Time ha dedicato la sua copertina alla Me Me Me Generation, trentenni cresciuti nel boom anni 80, narcisi e un po’ viziati, che oggi fanno i conti con una recessione arrivata senza preavviso (soggettivamente parlando).
Ma vogliamo parlare anche di noi? Donne, tra i 40 e i 50, che giocavamo alla Barbie, saltavamo all’elastico con le Tepa Sport, e non avremmo mai indossato un Moncler perché era da paninari
Abbiamo studiato, agguantato un lavoro, messo al mondo bambini. O anche no.
Io ho due figlie. Ora che sono più grandi respiro, ritrovo un po’ d’energia, vorrei fare meglio e continuare a scoprire il mondo. Invece, come molte altre, rischio di perdere il lavoro.
Ma c’è anche il bello della nostra generazione, che ha respirato gli anni 70: il non rassegnarsi a una dimensione individuale dell’esistenza. Non c’è solo il Me-Me-Me.
C’è anche il We, il Noi. È non è semplicemente una questione di famiglia o di maternità. C’è la dimensione comune che nessun teleworking potrà sostituire. Le discussioni, gli scazzi tra colleghi. Il bookcrossing tra amici che esiste da secoli, prima di diventare moda.
Non mi rassegno a tornare mamma full-time. Né a pensare di cambiare il mondo da sola.
E voi? Che ne pensate? Lasciate sotto il vostro commento
col cavolo che ridiventeremo mamme full time. non fa per noi. non faceva per noi nemmeno quando i bambini erano piccoli ed ora che sono grandi manco p’a capa come dicono a napoli. il mondo è pieno di mamme che si sono reinventate, per carità probabilmente avevano le capacità per farlo e sono delle toste e mica tutte sono così. però ci si può provare e mi sembra che a te l’energia e la voglia di fare non manchino. nè le competenze nè la professionalità. poi è chiaro che non tutti hanno successo e la strada è faticosa, però ci proveremo, ci proverai e ci dovrebbero provare tutte le donne un po’ “evolute” che casalinghe disperate non sono state mai.
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