La posta, che stress. In un bel saggio pubblicato sulla rivista Economia & Management, Beatrice Bauer, docente di Organizzazione in Bocconi, parla di aziende, manager sotto pressione e iperconnessi. Mail, smartphone, skype ti raggiungono ovunque. Scusate, anche al cesso. Bauer parla di capi stressati che lavorano male ma si sentono “fighi” se stanno in ufficio fino alle 10 di sera. Poi prendono un taxi “e si mettono ancora a parlare di lavoro al cellulare. Ma non è vita questa!” osserva un taxista.
La nostra capacità di concentrazione è limitata e “il tempo speso a controllare la posta elettronica, è un buon indicatore di stress nei manager, perché evidenzia la perdita della giusta distanza”.
Tempo fa, ho incontrato un direttore marketing di un’altra azienda editoriale. Raccontava: “Io dico a tutti i miei colleghi che le mail non le leggo. Vogliono parlarmi? La porta è sempre aperta”. Che invidia. Lui se lo può permettere.
Ma voi, come reagite? Quante mail cancellate ogni giorno? Come governate la tecnologia?
Ieri sono andata con mia figlia al Fuori Salone, e con il cellulare scattavo foto a ogni angolo. Finché lei mi ha detto: “Mamma, smetti di fare clic. E guarda”.
Cristina Bianchi
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